La musica non conta per il Governo!

Giunge al termine la più bella stagione dell’anno, quasi come una magia che si affievolisce lasciandosi dietro ricordi e momenti che faranno parte per sempre delle nostre vite.

E settembre diventa così un nuovo gennaio, e cioè il mese della ripartenza, che mai come in questo periodo diventa snodo critico della nostra società.

La ripartenza in sicurezza delle scuole, degli stadi per lo sport, delle attività con le nuove regole sul green pass; la ripartenza dei programmi televisivi e radiofonici.

E mentre si fa di tutto per far ripartire ogni cosa secondo le regole, la musica rimane ancora relegata a vecchie ordinanze che non fanno altro che tagliarle le gambe.

Leggendo un post del cantante Mahmood, ho capito quanto possa essere deleterio continuare su questa scia. Infatti, il cantante ha posto l’accento sui posti disponibili per i concerti in Italia: molto limitati a differenza del resto d’Europa dove i concerti sono ripresi quasi al 100%. E il cantante non si limita a questa critica ma va a fondo domandandosi come sia possibile che neanche con il green pass non si possano fare concerti all’aperto con più libertà di organizzazione. I concerti limitati mentre le partire di calcio aprono al 25% della capienza totale di uno stadio.

Segno che il mondo della musica e dello spettacolo è stato per tutto il perdurare della pandemia, un problema secondario e di poco conto.

Lo capiranno troppo tardi nel mondo della politica, proprio quando questo settore sarà ormai sotterrato letteralmente dalle spese che saranno maggiori dei ricavi e da un futuro incerto che prende una piega ancora più negativa, con le poche vendite del formato CD ormai andato in pensione.

Solo in Italia arriviamo a situazioni del genere. Solo in Italia amiamo trascinarci i problemi invece di risolverli.

Buon settembre a tutti.

Dino
Federazione Musica e Spettacoli

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